Tabella: modello di competenza per l’italiano

Italiano: modello di competenza

Gli ambiti di competenza dell’italiano sono rappresentati dalle quattro abilità linguistiche: due ricettive (ascoltare e leggere) e due produttive (parlare e scrivere).
Trasversale a questi quattro ambiti è la capacità di riflettere sulla lingua e di utilizzare correttamente le regole grammaticali e testuali.

Le competenze linguistiche di questi ambiti nascono dall’incrocio con cinque processi cognitivi, che riguardano aspetti diversi dell’apprendimento in costante dialogo l’uno con l’altro: attivare, contestualizzare, strutturare, realizzare e rivedere.
Questi cinque processi sono definiti nella tabella a lato, che illustra il modello di competenza appena descritto.

Nello sviluppo della competenza linguistica globale di un individuo, le abilità linguistiche vengono acquisite contestualmente e si rafforzano l’una con l’altra. Esse, dunque, non vanno considerate come compartimenti stagni ma come ambiti strettamente connessi, che vanno esercitati insieme e per tutta la durata del percorso di studi. Tutte le attività svolte permettono di evidenziare i rapporti esistenti tra i differenti ambiti e di riflettere sul funzionamento della lingua, al fine di conoscere e utilizzare in modo vieppiù preciso le regole e i processi grammaticali e testuali.

All’interno di tutti gli ambiti, un’attenzione costante è riservata all’arricchimento progressivo del bagaglio lessicale delle allieve e degli allievi, attraverso la riflessione sui meccanismi di formazione delle parole, sulla loro origine, sul loro sviluppo nel tempo e nello spazio e sul loro uso nei vari contesti comunicativi: solo attraverso questo arricchimento l’individuo può sviluppare appieno la capacità di pensare in modo articolato e complesso, e la conseguente capacità di verbalizzare il proprio pensiero.


Le attività di ricezione e, in un secondo momento, di analisi, nell’orale come nello scritto, costituiscono una base per sviluppare competenze di produzione; alcune attività orali possono essere propedeutiche alla scrittura e viceversa; lo studio della grammatica e della retorica è finalizzato alla comprensione e alla produzione di testi. Tutti questi ambiti di studio sono irrinunciabili e devono confluire in un’educazione linguistica strutturata e coerente. Ciò significa che il livello di competenza raggiunto dall’allieva e dall’allievo nei diversi ambiti al termine di un ciclo di studi si pone come base alla quale agganciare lo sviluppo della competenza nel ciclo successivo, secondo una prospettiva di graduale progressione.

L’abilità di ascolto è uno dei modi privilegiati attraverso i quali entriamo in rapporto con gli altri, e va attivata e incrementata. È grazie all’ascolto di storie avvincenti fin dalla più tenera età che sviluppiamo l’immaginazione e la capacità narrativa e affabulatoria, nonché il piacere per la lettura. Ascoltare significa prestare attenzione all’altro e costruire dei significati.
A questo scopo sono perseguiti due distinti obiettivi: abituare l’allievo a porsi in relazione con l’altro, rispettando le sue opinioni, i suoi bisogni, le sue richieste, e a dialogare con lui; sviluppare nell’allievo una capacità di ascolto critico, che gli consenta di individuare i momenti rilevanti di una lettura o di una lezione, di gerarchizzare i contenuti, di imparare a prendere appunti, anche in vista della redazione di un elaborato scritto o di un’esposizione orale.

Si mostra così, come detto, lo stretto legame tra le quattro abilità: l’ascolto attiva processi cognitivi del tutto simili a quelli che sono richiesti in fase di lettura; entrambe queste attività sono la premessa alla produzione di alcuni tipi di scrittura, ad esempio i testi di sintesi.

Sapersi esprimere oralmente in modo chiaro e corretto è indispensabile per mettersi in relazione con l’altro e per condividere le esperienze. Il parlato non va considerato come un’abilità scontata, data già per acquisita all’ingresso della scuola dell’obbligo.
È infatti un’abilità complessa, che richiede esercizio e costante attenzione, affinché si trasformi da un’attività unicamente spontanea in un’attività più consapevole, che l’allieva o l’allievo saprà contestualizzare in base alle esigenze della vita quotidiana e sociale. Un’adeguata cura dell’espressione orale, inoltre, pone le premesse per una migliore qualità della scrittura, limitando gli influssi di forme del parlato di stampo colloquiale.

In questo senso, un’efficace educazione al parlato sin dai primi anni di scolarità rende più morbido e graduale il passaggio alla scrittura e alla consapevolezza che anche la norma linguistica riveste un ruolo importante nelle interazioni sociali e nella vita dell’individuo. L’obiettivo è quindi di portare allieve e allievi a verbalizzare il proprio vissuto, a formulare domande o richieste, a esprimere pareri o opinioni, a presentare ricerche o letture personali (attraverso la pianificazione del parlato), a riassumere e a raccontare esperienze in modo efficace, ordinato e corretto.

La lettura persegue tre finalità distinte: il piacere personale, l’accesso al sapere e l’inserimento nella vita sociale. Prioritari sono dunque il piacere di leggere, l’interiorizzazione e l’apprezzamento dei contenuti, lo sviluppo dell’immaginazione e del gusto, la scoperta che leggere è indispensabile per trovare informazioni per accrescere il proprio sapere e per soddisfare la propria curiosità e i propri bisogni. La scuola fornisce ad allieve e allievi le competenze strumentali per leggere e favorisce lo sviluppo dei processi cognitivi necessari alla comprensione dei significati; non deve però ignorare che l’educazione alla lettura passa anche e soprattutto attraverso lo sviluppo della curiosità e del piacere di leggere. La scelta di testi che rispondono ai bisogni cognitivi e affettivi dell’allievo fa sì che il piacere della lettura non si trasformi in obbligo della lettura. È fondamentale coltivare la consuetudine con i libri, rendendone facile e motivante l’accesso. Sono privilegiati i testi significativi sia sotto il profilo della qualità linguistica, sia in rapporto alle tematiche e ai valori in essi contenuti, appartenenti a tipi e generi differenti, comprese le forme testuali legate alle nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione, come pagine web, ipertesti e grafici.

Al centro della didattica della scrittura vi è l’esigenza di dare senso all’atto di scrivere e di acquisire e affinare la pratica e le tecniche della scrittura. Questi aspetti sono intrecciati l’uno con l’altro e accompagnano il processo di apprendimento della scrittura sin dalle sue prime fasi. La scelta della metodologia di insegnamento del codice deve considerare le diverse dimensioni del linguaggio scritto (funzionalità, coscienza fonologica, comprensione e produzione di testi, identificazione delle parole). Questo processo viene caricato di significato attraverso la predisposizione di contesti motivanti e il riferimento costante all’esperienza del bambino e ai suoi bisogni comunicativi.
Il percorso di apprendimento del codice scritto deve compiersi entro il primo ciclo di studio, periodo entro il quale l’allievo deve anche raggiungere la padronanza per quanto possibile completa delle regole basilari dell’ortografia. L’acquisizione del codice scritto è solo il primo, indispensabile passo verso la costruzione di una competenza di scrittura avanzata, al centro della quale si trova il testo come unità comunicativa e di senso.

Insegnare e imparare a scrivere testi vuol dire prestare attenzione a tutti i processi e sottoprocessi (cognitivi e compositivi) che vengono attivati durante le varie fasi della scrittura, esercitandoli uno per uno, fino a ricomporli tutti insieme al raggiungimento della competenza avanzata, che si realizza nel terzo ciclo. La centralità del testo spiega anche perché è essenziale combinare la didattica della scrittura con la pratica della lettura: la frequentazione di testi appartenenti a tipi e generi diversi, infatti, se accompagnata da opportuni momenti di analisi e riflessione, aiuta l’allieva e l’allievo a interiorizzarne le strutture, per poi riprodurle. Il graduale passaggio da una scrittura spontanea a una più consapevole è infatti una delle finalità più importanti della didattica della scrittura a scuola.

I quattro ambiti sopra descritti si realizzano grazie alla conoscenza e alla mobilitazione della grammatica, cioè delle regole che governano il funzionamento della lingua, nella pratica comunicativa. Fin dal primo ciclo il bambino conosce implicitamente e usa un numero di regole grammaticali che gli permettono di comunicare in modo adeguato alle proprie esigenze.
Il primo apprendimento grammaticale avviene infatti con la realizzazione dei due ambiti orali (ascoltare e parlare), attraverso l’imitazione e l’uso. La riflessione metalinguistica porta a un uso gradualmente più consapevole della lingua e alla conoscenza esplicita delle sue regole, facilitando e rendendo più flessibile la comprensione e la produzione di testi orali e scritti.
Funzionale al passaggio dal piano implicito a quello esplicito è anche l’acquisizione della terminologia tecnica grammaticale, utilizzata con gli allievi sin dalla fine del primo ciclo, consolidata nelle sue componenti basilari nel secondo ciclo e resa più sistematica nel terzo ciclo.

La riflessione sulla lingua permette di sviluppare negli allievi diverse capacità: osservare i fatti linguistici nell’ambito dei diversi contesti comunicativi concreti; riflettere sulla funzionalità della lingua come capacità di adattarsi alle variegate esigenze comunicative; saper scoprire, riconoscere e classificare delle costanti, per giungere alla definizione di regole; cogliere rapporti e differenze tra l’italiano e le altre lingue; comprendere i meccanismi di formazione e di variazione delle parole anche in vista di uno sviluppo della competenza lessicale passiva e attiva. Tutto ciò tenendo presente che il plusvalore della riflessione sulla lingua si esprime al livello metacognitivo, in quanto l’allievo si abitua e impara a organizzare le proprie conoscenze, riflettendo su di esse attraverso processi cognitivi come il confronto, l’analisi, la connessione, l’induzione, la deduzione e la categorizzazione. Sul piano della pratica della lingua è essenziale tenere presente che lo scopo primario è di aiutare il giovane ad adeguare sempre meglio lo strumento linguistico alle varie situazioni comunicative.

In questa prospettiva, l’apprendimento grammaticale assolve un duplice compito: da un lato favorisce l’acquisizione di regole e criteri di riferimento, alimentando la capacità di riflessione e di astrazione; dall’altro contribuisce, con concreti strumenti operativi a sostegno dell’espressione, alla messa in atto di strategie per organizzare il discorso e per rivedere in modo critico i propri testi.

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Il portale Piano di Studio è curato dal Centro di risorse didattiche e digitali, che gestisce materiali didattici proposti dalla Divisione della scuola, dalla Divisione della formazione professionale, dagli esperti di materia e dai docenti. Contattaci.
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