Tabella: modello di competenza per le arti

Ed. musicale: modello di competenza

Ambiti di competenza

L’intero impianto teoretico dell’area disciplinare si struttura attraverso due speculari assetti cognitivi, il primo afferente alla sfera del sentire, del percepire, del comprendere e dell’interpretare, il secondo a quella dell’esprimere, dell’ideare, del rappresentare e del creare.

Questo paradigma tende quindi a definirsi attraverso un ambito estetico, polarizzato sulla valenza percettiva e culturale delle arti musicali, visive e plastiche, alla quale corrisponderà sempre un ambito poietico, che abbraccia le tecniche e i linguaggi più efficaci a trasformare un’idea o un’emozione in un atto creativo, espressivo e comunicativo e, infine, in un prodotto compiuto.

Ambito estetico

Si basa sulla conoscenza sensibile, quindi sulle potenzialità conoscitive del soggetto che scopre, osserva e interpreta la realtà che lo circonda. Tale realtà, costituendosi prevalentemente di oggetti fisici e fenomeni concreti, è esperibile attraverso quel processo cognitivo determinato dall’organizzazione delle sensazioni – implicante il ruolo di elementi fisiologici e di condizioni soggettive – che prende il nome di percezione. A questa si affianca quello della cultura, che si compie nella scoperta, nell’accoglimento e nell’analisi critica del patrimonio prodotto dall’uomo nel corso della sua storia, nei vari campi delle arti visive, plastiche e musicali. I due ambiti, naturalmente, non sono slegati, ma presentano al contrario aspetti contigui, complementari e pure sovrapponibili, poiché, se la componente percettiva non può prescindere dal retaggio culturale che ha prodotto il nostro presente e che orienta inevitabilmente lo sguardo interpretativo del soggetto, è altresì impensabile analizzare e comprendere la storicità della dimensione artistica senza gli adeguati e affinati strumenti della percezione. L’attività estetica, naturalmente, si esprime anche nel rapporto tra il sentimento disinteressato del bello e del piacevole, comune a tutti, e i processi cognitivi in grado di precostituire e produrre il giudizio estetico, in un equilibrio tra la propria soggettività e l’oggetto stesso. Percezione e cultura indirizzano il contesto di azione dei processi estetici e precostituiscono anche gli strumenti indispensabili per agire attivamente sul mondo reale, consentendo quindi al soggetto di transitare da una fase esplorativa e analitica a una espressiva, propriamente creativa e realizzativa.

Ambito poietico

Si manifesta attraverso un orientamento cognitivo e procedurale opposto rispetto a quello estetico, poiché, in questo caso, è il soggetto stesso ad agire sul reale, manipolandolo, modificandolo, ricreandolo. Anche per quest’ambito possiamo identificare due assi concettualmente distinti, vale a dire quello dell’espressione e della rappresentazione, che si declina attraverso l’esplicitazione di un’emozione, di una sensazione, di un sentimento o di un’idea nelle forme proprie delle arti musicali, plastiche e visive, e l’asse delle tecniche che mira ad approfondire le possibilità, le norme, i metodi e le strategie che regolano le diverse forme variamente configurabili di espressione e di rappresentazione. Appare evidente come anche questi due assi presentino numerosi elementi contigui o sovrapponibili, poiché se da una parte appare necessario apprendere e conoscere le tecniche proprie dei linguaggi specifici per appropriarsi di una capacità comunicativa efficace, dall’altra suonerebbe sterile e fine a se stessa una dimensione delle tecniche del tutto scissa dalle sue finalità espressive e rappresentative. Inoltre, si evidenzia che la pratica e l’affinamento delle tecniche non rappresentano esclusivamente l’aspetto propedeutico all’espressività e alla creatività, ma anche la condizione privilegiata per la conoscenza e la comprensione dei singoli linguaggi, delle molteplici realtà comunicative e degli oggetti verso cui si orientano le diverse discipline.

Processi chiave

Sebbene ogni linguaggio afferisca a peculiari norme di simbolizzazione e di organizzazione linguistica, attraverso sistemi, strutture e regole specifiche, è osservabile come i relativi aspetti di competenza presentino profonde analogie, soprattutto in rapporto ai processi cognitivi in grado sia di garantire l’intero apparato delle possibilità percettive ed esecutive sia di precostituire, in misura sostanziale, l’architettura semiologica del prodotto che viene creato, recepito e compreso. Pertanto, l’impianto generale prima esposto porta ad alcune conseguenze pedagogiche e metodologiche, che tendono a configurarsi all’interno di similari ambienti operativi di sviluppo delle competenze.
Il corollario di questa concezione si concretizza nella convergenza epistemologica delle diverse discipline nell’insieme dei processi afferenti alla focalizzazione del compito, che precede la fase propriamente strategico-realizzativa, seguita sempre da uno stadio di autoregolazione.

Strutture di interpretazione (Focalizzazione del compito)

Per la focalizzazione del compito sono utilizzate le risorse più opportune alla realizzazione dell’operazione che l’allievo si prefigge di attuare. In questo contesto, le allieve e gli allievi sono chiamati a cogliere elementi chiave che stanno alla base dell’attività da svolgere, individuare ed identificare collegamenti e relazioni salienti tra vari aspetti e situazioni che emergono dall’analisi, quindi scegliere le risorse più opportune per la realizzazione del compito.

Strutture di azione (Attivazione delle strategie)

Nella fase strategico-realizzativa l’allievo, assumendo un approccio operativo, comincia a ideare specifici piani di azione, per poi progettare percorsi realizzativi, pianificando sequenze programmate di azioni che si espliciteranno poi in un’attività concreta, sia essa plastica, visiva o musicale, eseguendo contestualmente compiti di codifica, decodifica e transcodifica (anche tra linguaggi diversi).

Strutture di autoregolazione (Autoregolazione)

Durante la fase di autoregolazione l’allievo deve essere in grado di argomentare scelte e opinioni, confrontando e valutando diverse alternative al compito svolto, che lo porteranno ad accettare, correggere o anche a ricostruire da capo il proprio percorso realizzativo. Questo modello di competenza esprime un’idea di circolarità delle fasi e dei processi impiegati, in cui è sempre possibile, attraverso le modalità metacognitive dell’auto-regolazione, ritornare al momento iniziale del percorso, rivedendo e ricostruendo da capo l’intera sequenza procedurale qualora risultasse necessario. In sostanza, conoscere i segni, i suoni che compongono i rispettivi codici, assieme all’analisi degli aspetti percettivi, iconografici, stilistici e simbolici che permettono di trasmettere informazioni nei diversi ambiti delle arti, consente anche di affinare la percezione e di arricchire il linguaggio, rinforzando complessivamente un insieme di processi di carattere comunicativo, volti alla traduzione verbale o non verbale dell’evento espressivo e/o creativo e alla transcodifica (vista come circolarità dei linguaggi) tra codici di carattere diverso.

Il modello di competenza dell’area Arti richiama quattro ambiti di competenza e tre processi chiave.

Come illustrato nella tabella a lato, le manifestazioni di competenza, che promuovono e orientano l’azione didattica, sono il risultato dell’incrocio tra ambiti di competenza e processi chiave.

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