Ed. fisica: significato e finalità formative

Il Canton Ticino ha adottato per l’educazione fisica la definizione di pedagogia delle condotte motorie. Si parla di condotta motoria quando si tenta di cogliere, accanto alle manifestazioni oggettive e osservabili del movimento (spostamenti, arresti, finte, …), anche il significato soggettivo che gli è associato, quindi ad esempio le intenzioni, le percezioni, le emozioni ecc. (www. qief.ch, acronimo per “qualità in educazione fisica”). L’apporto culturale ed educativo che la nostra disciplina è in grado di fornire influisce sulle diverse dimensioni della personalità dell’individuo favorendone lo sviluppo globale: contribuisce quindi alla formazione del futuro cittadino.

Durante gli anni di scolarizzazione obbligatoria le allieve e gli allievi devono poter disporre di un’attività fisica variata e poter affrontare situazioni motorie sufficientemente complesse affinché si confrontino con se stessi (competenze psicomotorie), con gli altri (competenze sociomotorie) e con l’ambiente fisico (competenze motorie legate all’ambiente). Per situazioni motorie s’intendono le azioni motorie di una o più persone che realizzano un compito motorio. Le situazioni motorie si possono raggruppare in quattro sottoinsiemi, ai quali l’educazione fisica può attingere in modo mirato per effettuare i suoi interventi educativi: i giochi motori istituzionalizzati (gli sport), i giochi motori tradizionali (situazioni motorie competitive e non istituzionalizzate), gli esercizi didattici (situazioni motorie definite da consegne) e le attività libere o informali.

La specificità dell’educazione fisica consiste nel richiedere ad allieve e allievi di attivare, mettere in atto e realizzare gestualmente delle procedure d’azione. In questo senso è fondamentale che in educazione fisica gli alunni siano confrontati anche con delle modalità di pratica riflessiva rispetto al loro operato, che consentano di capire pregi, limiti, potenzialità e piste di ulteriore sviluppo nell’affrontare situazioni motorie. Questo permetterà loro di essere sempre più consapevoli della loro motricità e autonomi nella ricerca e nell’attuazione delle opportune regolazioni.

Nuotare, sciare, giocare a palla bruciata, esprimersi danzando e mimando significa mobilitare dei saperi d’azione o dei saperi in azione: si tratta di saper fare e di saper agire.

I concetti chiave elaborati dalla prasseologia motoria (o scienza dell’azione motoria, Parlebas, 1999) offrono gran parte degli strumenti che permettono di analizzare la pratica e di riflettere intorno al concetto di educazione fisica.
Le ricerche effettuate portano di conseguenza a modificare in modo sensibile il lavoro sul terreno, sapendo che è possibile influenzare – mediante un intervento mirato sulle condotte motorie – i comportamenti e le rappresentazioni di un allievo, le sue motivazioni e le sue emozioni, i suoi atteggiamenti, i suoi ragionamenti e la sua creatività.

L’educazione fisica dunque, proponendo attività corporee, fisiche e sportive, non si occupa del movimento inteso come una pura e semplice sequenza di manifestazioni osservabili, bensì dell’individuo che si muove. Non si occupa solo delle tecniche (benché siano parte della sua ricerca), ma anche della personalità globale del soggetto che agisce e delle sue motivazioni, della presa di decisioni, delle strategie motorie ecc. Ai dati misurabili oggettivi (punteggi, tempi, distanze, frequenza del battito cardiaco ecc.) si associano i dati soggettivi (anticipazioni cognitive, comunicazione attraverso il corpo, desiderio di comunicare o meno con i compagni, desiderio di vincere, gioia, paura, aggressività, frustrazione ecc.) forse più difficili da interpretare, ma sicuramente di importanza decisiva per lo sviluppo dell’essere umano. Utilizzare il termine movimento in questa concezione dell’azione motoria appare riduttivo e, per focalizzare l’attenzione sulla globalità del soggetto che si muove, viene utilizzato, come visto in precedenza, il concetto di condotta motoria. Intervenendo quindi sulle condotte motorie dell’allievo, si prefigge quale finalità ultima lo sviluppo globale dell’essere.

Possiamo inoltre affermare che l’educazione fisica si interessa allo sviluppo di competenze motorie, tenendo conto di tutte le risorse necessarie per permettere alle allieve e agli allievi di affrontare con successo le attività motorie. Le risorse che consentono di sviluppare le competenze sono dunque le capacità, le abilità, le conoscenze e le attitudini. Questo significa per il docente considerare le dimensioni della personalità (affettiva, biologica, cognitiva, espressiva e relazionale) e i traguardi specifici di apprendimento quali mezzi per favorire il processo di apprendimento e insegnamento.

Al termine della scolarizzazione, l’educazione fisica deve permettere al futuro cittadino di essere consapevole e responsabile nell’attuare comportamenti motori adeguati ed essenziali per la salvaguardia della salute, della sicurezza personale e del benessere psicofisico, garantendo le competenze necessarie perché possa mantenere uno stile di vita sano e attivo.

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