Studio d’ambiente: indicazioni metodologiche e didattiche
Ordinatori come contributo alla progettazione
Per la costruzione di immagini d’assieme dei contesti di esperienza prioritari, è importante che l’insegnante si ponga alcuni interrogativi che permettano di individuare e organizzare i saperi in prospettiva sistemica; la problematizzazione didattico-disciplinare è l’operazione di individuazione, articolazione ed esplicitazione di nozioni, concetti e inferenze, che la o il docente è chiamato a includere in qualsiasi progettazione didattica.
Le risposte agli interrogativi sollevati nella problematizzazione didattico-disciplinare vanno mediate e adeguate rispetto alle età delle allieve e degli allievi, alle loro realtà e ai loro bisogni.
Ordinatori metodologici
Domande caratterizzanti
Scale di analisi
- Quali fenomeni della natura, degli esseri umani, della società e del patrimonio intendo esplorare (a livello micro, meso o macro)?
- Con quali luoghi e con quali scale spaziali (dall’aula al pianeta Terra e oltre) intendo lavorare?
- In quali periodi storici e con quali durate temporali (breve, media, lunga) intendo lavorare?
Componenti
- Su quali componenti di natura-essere umano-società-patrimonio mi concentro prioritariamente?
- Quali sono le loro caratteristiche e le funzioni in termini qualitativi e quantitativi?
- Quali sono i concetti-chiave e la terminologia specifica necessari alla costruzione di senso?
Relazioni
- Quali relazioni si possono delineare tra componenti?
- Si tratta di relazioni unidirezionali o bidirezionali; di dipendenza o di interdipendenza?
- Quali sembrano prevalere? Perché?
Fattori di regolazione
- Quali processi evolutivi e di adattamento, quali aggiustamenti e quali risposte?
- Quali squilibri e quali nuovi equilibri vengono a crearsi?
- A quali spinte e resistenze ai cambiamenti sono sottoposti i sistemi e le relazioni natura-essere umano-società-patrimonio analizzati?
Inoltre
- Quali strumenti è necessario utilizzare (questionari, microscopio, fonti, carte, immagini, testi ecc.)?
- Quali conoscenze e risorse sono necessarie alla progettazione del docente?
La conduzione didattica
Nel lavoro di progettazione, l’analisi del contenuto si accompagna a un’indagine delle scelte pedagogico-didattiche più adatte a concretizzare l’approccio auspicato per sviluppare lo Studio d’ambiente nelle classi del primo e secondo ciclo, attivandone i processi chiave evidenziati. Di seguito viene riportata una proposta esemplificativa relativa alle strategie e alle scelte più rilevanti in rapporto ai diversi processi chiave del modello di competenza dello Studio d’ambiente.
Processi chiave
Indicazioni, scelte e strategie pedagogico-didattiche
Rappresentare e rappresentarsi
- Conoscenza del sistema: il gruppo e il singolo (docente compreso).
- Attivazione del gruppo classe come risorsa.
- Attivazione dell’esperienza, delle storie personali, del sapere pregresso (preconoscenze e misconoscenze) e delle rappresentazioni delle allieve e degli allievi.
- Creazione di legami con il territorio e attivazione dell’esperienza comune del gruppo.
- Mobilitazione di una pluralità di stimoli volti a far emergere le rappresentazioni delle bambine e dei bambini.
- Considerazione e inclusione della dimensione affettiva e socio-relazionale (approccio narrativo).
Contestualizzare
- Sostegno alla co-costruzione di prime risposte e interrogativi e al conflitto socio-cognitivo.
- Utilizzo della didattica conversazionale (approccio dialogico e insegnamento tra pari).
- Attivazione di situazioni-problema autentiche.
- Promozione di una didattica per progetti.
Esplorare
- Promozione di un approccio partecipativo e cooperativo.
- Promozione di un approccio laboratoriale e sperimentale (esplorazione delle proprietà degli oggetti/situazioni e loro messa in relazione).
- Attivazione di una scuola aperta sul territorio, outdoor education.
- Sostegno alla ricerca: pianificazione di interviste, questionari, indagini ecc.
- Promozione di attività ludiche e giochi di ruolo.
Concettualizzare e trasferire
- Pianificazione di momenti regolari di condivisione delle scoperte e delle strategie adottate.
- Istituzionalizzazione delle scoperte (approccio induttivo e metacognitivo).
- Attivazione di situazioni di simbolizzazione e comunicazione (realizzazione di articoli, filmati, simulazioni, drammatizzazioni ecc.).
- Promozione di situazioni di autovalutazione e valutazione tra pari.
- Valorizzazione dell’approccio narrativo per potenziare, rivalutare la dimensione emotiva.
- Costruzione di angoli laboratoriali in cui elementi dell’ambiente esterno vengono riportati all’interno.
- Elaborazione di spazi di concettualizzazione quali cartelloni, mostre, presentazioni ecc.
Lo Studio d’ambiente privilegia una didattica esplorativa, in grado di rapportare l’allieva e l’allievo alla realtà sociale e naturale, sfruttando vari canali d’indagine. Essa prende avvio da esperienze capaci di stimolare in ogni allieva e allievo la disponibilità all’ascolto di sé e dell’altro, all’osservazione e al dialogo con questa realtà. L’imprevedibilità dell’esperienza è assunta come elemento fertile e configura la conoscenza e la comprensione come processo in evoluzione che si alimenta a partire dalla problematizzazione.
La visione del mondo si nutre e si plasma nel confronto con l’altro, nella condivisione, nell’incontro con l’oggettualità delle cose e nello sviluppo dei processi di astrazione, riflessione e azione. Questi si intersecano per co-costruire un sapere contestualizzato e capace di offrire risposte, aperte e non definitive, alle molteplici domande poste nel lavoro educativo. Gli interrogativi, che emergono nell’incontro con il reale, vengono colti, riformulati, regolati e rilanciati dall’insegnante per orientare intenzionalmente l’azione didattica.
Il ruolo del docente, sia nel primo sia nel secondo ciclo, è centrale nella problematizzazione didattico-disciplinare e nella conseguente messa in scena di situazioni di apprendimento autentiche e feconde, e si caratterizza attraverso una regia educativa che spinge verso una progressiva autonomia metodologica della classe. A questo scopo, appaiono particolarmente efficaci le situazioni-problema e le missioni inserite anche nel contesto di uscite sul territorio, che esplorano come i sistemi naturali e sociali hanno fornito nel corso del tempo risposte diverse ai medesimi bisogni.
Nel primo ciclo, partendo da una pluralità di stimoli, percepiti nel reale o restituiti per esempio tramite una metafora, un simbolo o una narrazione, si valorizzano il mondo immaginario e cognitivo delle allieve e degli allievi, la loro esperienza personale, il loro sapere pregresso, favorendo così, in una cornice di senso, l’evoluzione delle concezioni, delle rappresentazioni e la costruzione di un sapere comune e condiviso da tutto il gruppo. Risulta importante lo spazio da riservare all’azione ludica, intesa come tempo riservato a giochi di ruolo pertinenti che prendono vita, ad esempio, a partire dalla costruzione di angoli in cui l’esterno (strumenti, materiali, suoni) viene riportato all’interno della scuola.
La didattica privilegia inoltre un approccio conversazionale e interventi di regolazione del docente basati sulla presentazione di situazioni-problema, sfide o missioni, spunti narrativi o situazioni laboratoriali pertinenti. Al centro di questo processo, che vede l’allievo non soltanto come attore ma anche come autore, si pone la co-costruzione delle soluzioni e dei concetti, che sovente affonda le sue radici nelle situazioni di conflitto socio-cognitivo emerse all’interno del gruppo.
L’approccio partecipativo, cooperativo e laboratoriale si concretizza in attività svolte il più possibile all’aperto, a diretto contatto con l’ambiente circostante, concepito come un luogo di scoperta, di percezione diretta dei fenomeni, di raccolta di informazioni di prima mano, d’indagine e di sperimentazione vera e propria.
Per sistematizzare gli apprendimenti e garantirne il consolidamento, si promuovono regolarmente momenti di condivisione e di elaborazione, volti a riordinare, strutturare e classificare le tracce delle esperienze vissute. L’istituzionalizzazione delle scoperte darà in seguito vita a situazioni metacognitive, di comunicazione, di simbolizzazione e di semplici esplicitazioni di carattere metodologico, capaci di introdurre i primi rudimenti di un linguaggio specifico, valorizzando al contempo l’aspetto evocativo a garanzia della dimensione emotiva.
Nel secondo ciclo, oltre a quanto indicato per il primo ciclo, viene sostenuta la crescente interazione fra la sensibilità emotiva e soggettiva e una visione sempre più obiettiva dell’ambiente naturale e sociale. L’allievo viene accompagnato nella familiarizzazione con realtà sempre più articolate, esaminate da punti di vista diversi, a cui corrispondono metodologie di ricerca differenziate. Esse richiamano approcci di indagine delle scienze umane, sociali e naturali, combinando metodo geografico, scientifico e storico.
- Il metodo geografico si prefigge di creare rappresentazioni individuali e/o condivise di luoghi, paesaggi e territori in cui si manifesta l’interazione tra l’ambiente e gli esseri umani. Attraverso esplorazioni, osservazioni dirette e analisi di strumenti disciplinari (carte, dati statistici, immagini) si giunge a identificare e descrivere elementi, strutture, nessi d’interdipendenza e processi evolutivi dello spazio considerato. La produzione di schizzi, reti concettuali, mappe e testi esplicativi esemplifica gli strumenti operativi o i risultati attesi nell’ambito del metodo geografico.
- Il metodo scientifico consiste nell’interrogazione della realtà fenomenica e nella risoluzione dei problemi che di volta in volta gli esseri umani incontrano sul loro cammino. Tale metodo, attraverso la previsione, la sperimentazione, la raccolta e l’analisi dei dati, la discussione e la divulgazione di nuove idee, costruisce e affina modelli esplicativi e tecnologie capaci di affrontare gli interrogativi relativi ai fenomeni e le domande sui problemi emergenti.
- Il metodo storico si basa sull’indagine, comparazione e interpretazione di fonti di vario tipo (materiali, visive, scritte, orali, filmiche, digitali). Attraverso protocolli gradualmente differenziati, le allieve e gli allievi apprendono a interrogare i documenti e contestualizzare gli eventi storici in una prospettiva spaziale, temporale e culturale, al fine di comprendere le ripercussioni del passato sul presente. Gli strumenti principali del metodo storico sono le linee temporali, i testi storiografici, gli schemi di sintesi e le mappe concettuali.
L’allievo e l’allieva vengono altresì sostenuti nel creare le dovute connessioni tra l’interpretazione della realtà e lo sviluppo e la maturazione di identità singole e collettive, in crescente autonomia e capacità di comunicare e di confrontarsi con vari punti di vista. In questa fase formativa l’alunna e l’alunno sono maggiormente stimolati a utilizzare i linguaggi verbali e artistici, le misure quantitative e la geometria, in modo da poter costruire rappresentazioni dei fenomeni, dello spazio e del tempo più strutturate ed efficaci, senza per questo sacrificare la dimensione del senso di ciò che si sta facendo e del piacere, che oggi sappiamo fortemente correlata all’apprendimento e all’impegno sociale.
In conclusione, per entrambi i cicli, risulta utile ricordare che la riuscita stimola il senso di autoefficacia e promuove la motivazione. Di interesse, in quest’ottica, qualsiasi situazione d’apprendimento sfidante, possibilmente autentica e originale, intesa come vero e proprio invito a mettersi alla prova in autonomia, con responsabilità, come singoli soggetti o come gruppi, in modo divergente e divertente e senza particolari ansie legate al giudizio.